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Cosa c’è nella tua crema?

Cosa c’è nella tua crema?

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Che nei cosmetici tradizionali ci siano degli ingredienti che fanno male alla pelle lo sappiamo un po’ tutte: siliconi, parabeni, petrolati… Ma sappiamo riconoscerli?

Quando andiamo in profumeria e annusiamo con voluttà l’ultimissima crema viso che promette miracoli ed ha un profumo meraviglioso, siamo in grado di leggere l’INCI?

Un attimo, facciamo un passo indietro: cos’è l’INCI?!?

INCI = International Nomenclature of Cosmetic Ingredients. E’ una denominazione internazionale utilizzata per indicare in etichetta i diversi ingredienti del prodotto cosmetico, usata in praticamente tutti i paesi nel mondo.
E’ obbligatorio! Ogni cosmetico immesso sul mercato deve riportare sulla confezione l’elenco degli ingredienti contenuti usando la denominazione INCI, scritti in ordine di concentrazione decrescente.
– Al primo posto si indica l’ingrediente contenuto in percentuale più alta, a seguire gli altri, fino a quello contenuto in percentuale più bassa. Al di sotto dell’1% gli ingredienti possono essere indicati in ordine sparso.
– La nomenclatura INCI contiene alcuni termini in latino (sono quelli che ci piacciono perché indicano ingredienti botanici. Ad esempio il Prunus Amygdalus Dulcis Oil è l’olio di mandorle dolci) e altri in inglese (chimici o di derivazione chimica, ma possono essere anche ingredienti naturali che sono stati lavorati). Nel caso dei coloranti si utilizzano le numerazioni secondo il Colour Index (es. CI 45430).

Perché è importante saper leggere l’INCI?

Perché la nostra pelle è una barriera permeabile: alcune sostanze usate nei cosmetici sono abbastanza piccole da attraversarla. Pertanto è bene sapere cosa ci spalmiamo addosso, in modo da poter scegliere consapevolmente. Quindi eccoti l’elenco dei “cattivissimi”, così la prossima che starai per comprare una crema potrai controllare gli ingredienti!

Petrolati & Siliconi

Li metto insieme, perché l’effetto che hanno sulla pelle è lo stesso: sporcano! La loro composizione molecolare è troppo grande per penetrare, perciò restano in superficie a occludere i pori e causare brufoli e altre impurità. Non si muore per un foruncolo, ma la salute della pelle ne risente: sempre soffocata da uno strato impenetrabile e impermeabile. Il silicone si usa per sigillare la doccia, la paraffina deriva dal petrolio: tu li vorresti sulla faccia? Io no!
– Mineral Oil
– Petrolatum
– Paraffinum Liquidum o Paraffina
– Microcrystalline Wax
– Vaselin
– Dimethicone
– Cyclomethicone
– Cyclopentasiloxane e Cyclohexasiloxane
– Dimethiconol
– Disiloxane e Trisiloxane
– Simethicone
Non è un elenco completo, ma questi sono i più diffusi.

I siliconi sono polimeri inorganici sintetici, sono chimicamente inerti, idrorepellenti, antistatici e resistono alle alte temperature. In cosmesi si usano perché migliorano la spalmabilità dei prodotti e perché fanno quello che chiamo “l’effetto WOW”: filmano la pelle nascondendo imperfezioni, segni d’espressione, rughe e tu dici: “Mamma mia che bella pelle che ho!” e invece no, è solo silicone. A questo aggiungi il fatto che costano poco e capirai perché le aziende cosmetiche hanno TUTTO l’interesse a continuare ad utilizzarli, invece di sostituirli con altri ingredienti di origine naturale che costano di più.

In rete c’è un acceso dibattito tra chi li demonizza e chi li difendea spada tratta. I paladini del silicone affermano che sono ingredienti sicuri, non tossici per l’uomo, testati da talmente tanti
anni da poter essere definiti innocui. Talmente “innocui” che l’Unione Europea ha bandito due dei siliconi volatili più diffusi – il Cyclopentasiloxane e il Cyclotetrasiloxane – dai prodotti cosmetici a risciacquo, perché tossici per l’ambiente acquatico.
Questo significa che, da febbraio 2020, questi due ingredienti non potranno più essere utilizzati in shampoo, docciaschiuma, saponi liquidi, eccetera – o meglio, potranno essere utilizzati solo in concentrazioni inferiori allo 0,1%: una maniera molto diplomatica di “vietarli senza vietarli”. Pensa a quanti interessi devono bilanciarsi all’interno della UE e capirai come simili mosse diplomatiche siano necessarie.
Siliconi e petroli inoltre sono biopersistenti, cioè l’esatto contrario di biodegradabili: restano nell’ambiente e lo inquinano per un tempo lunghissimo e non abbiamo ancora idea di quale impatto abbiano sulla salute dei mari, dove – volenti o nolenti – finisce il grosso delle nostre acque reflue. Immagina: ti sei messa sul viso una crema a base di siliconi e la sera, dopo una lunga giornata di lavoro, ti lavi la faccia. I siliconi si staccano dalla tua pelle e finiscono nello scarico del tuo lavandino, entrando così nel sistema di depurazione delle acqua reflue della tua città. Questo sistema però non è progettato per trattenere le molecole di silicone, che fanno tutto il giro di depurazione e finiscono in mare. Per quanto tempo? Non lo sappiamo. Che impatto hanno?
Non lo sappiamo.

Conservanti: Parabeni & Co.

I conservanti nei cosmetici sono necessari, perché preservano la formula dalle contaminazioni batteriche. Negli ultimi decenni i conservanti più diffusi – ancora una volta, quelli considerati più “sicuri” – sono i parabeni. Esiste però un acceso dibattito sul tema “Parabeni e tumore”: alcuni sostengono che i parabeni, una volta assorbiti dall’organismo potrebbero stimolare la crescita di alcuni tipi di cellule tumorali, come quelle del cancro al seno, però studi scientifici definitivi che chiudano la questione non ce ne sono.
In compenso sappiamo con certezza che i parabeni sono interferenti endocrini, ovvero sostanze capaci di mimare l’azione degli ormoni e quindi di “ingannare” il nostro corpo. A me ovviamente come ingredienti non piacciono, sopratutto se presenti all’interno di formule pensate per essere applicate in aree dove la pelle è molto sottile – penso ai deodoranti che spruzziamo sulle ascelle – o peggio ancora sulle mucose, che assorbono molto di più della pelle (te lo dico perché li ho visti nell’INCI di diversi gel intimi, da qui il mio motto “niente parabeni sulla patata!”).

Li riconosci perché in genere contengono il termine “paraben”:

– Methylparaben
– Ethylparaben
– Propylparaben
– Butylparaben

Sempre a proposito di conservanti, ci sono altre sostanze che vengono utilizzate in cosmesi e che sono da evitare come la peste perché rilasciano formaldeide! Ora, il paradosso è questo: la formaldeide è una delle sostanze più tossiche e pericolose, in grado di scatenare irritazioni e allergie da contatto, ma soprattutto associata allo sviluppo di diverse forme tumorali.
L’UE ha vietato da tempo l’utilizzo di formaldeide nei cosmetici, peccato che non abbia vietato l’uso di quelle sostanze che ne sono cessori, ovvero che deteriorandosi si trasformano in formaldeide!
Eccole qui:
– Imidazolidinyl Urea
– Diazolinidyl Urea
– Methylchloroisothiaziolinone
– Methylisothiazolinone
– Kathon
– Quaternium 15

Tensioattivi

Ti laveresti con il detersivo per i piatti? Ovviamente no! Peccato che spesso i prodotti detergenti cosmetici contengano gli stessi tensioattivi – ovvero gli agenti lavanti – dei detergenti per la casa.
Il problema è che sono troppo aggressivi per pelle e cuoio capelluto e nel lungo periodo peggiorano problemi come forfora, secchezza cutanea, dermatiti, ecc.
– MEA o Monoethanolamine
– TEA o Triehanolamine
– DEA o Diethanolamine
– Sodium Lauryl Sulfate
– Amonium Lauryl Sulfate
– TEA-Lauryl Sulfate
– Magnesium Laureth Sulfate
– MEA Laureth Sulfate
– Sodium Laureth Sulfate
– Amonium Laureth Sulfate
– Sodium Mireth Sulfate
– Sodium Pareth Sulfate
– Sodium Coceth Sulfate

Tra questi, quello che probabilmente incontrerai più spesso è lo SLES, il Sodium Laureth Sulfate. L’industria cosmetica lo utilizza a quintali perché costa poco, sgrassa tanto e fa un bella schiuma
bianca – così tu ti senti pulita e sei tutta contenta ma in realtà è come se ti fossi lavata con il sapone per i piatti. Cosa fa? In pratica scioglie le particelle di sporco e di grasso in eccesso, permettendone la rimozione con l’acqua. E qui sta il problema: davvero ogni volta che ti fai la doccia sei tutta sporca di unto?! A meno che tu non faccia il meccanico mi sembra abbastanza improbabile. La tua pelle ha bisogno di mantenere il sottile strato lipidico che la protegge: se ogni volta che ti lavi glielo porti via lei sarà costretta a produrne ancora, e ancora, e ancora…..
Non vorrei entrare nel discorso della formulazione perché è un po’ complicato, perciò te la faccio breve: l’aggressività dello SLES può essere ammortizzata se viene affiancato da altri ingredienti, primi tra tutti i tensioattivi anfoteri, ad esempio la betaina.
In pratica: se quando leggi l’INCI trovi il Sodium Laureth Sulfate tra i primissimi ingredienti, hai per le mani un prodotto molto aggressivo per la pelle. Se invece è preceduto da ingredienti come la Cocamidopropyl Betaine, allora il prodotto è stato pensato da chi ne capisce ed è un po’ meno forte.

Riassumendo

Impara a leggere l’INCI e controlla sempre la composizione dei cosmetici che ti metti addosso perché la pelle assorbe e se ci spalmi sopra schifezze, assorbirà schifezze.
Se sei alle prime armi, puoi farti aiutare dal Biodizionario (www.biodizionario.it): è un motore di ricerca degli ingredienti cosmetici: scrivi il nome dell’ingrediente come lo trovi nell’INCI e premi “cerca”, ti darà i risultati come un semaforo (verde = bene; giallo = accettabile; rosso = assolutamente NO). Ripeto, va bene per cominciare, perché usa parametri non proprio perfetti, ad esempio dando il bollino verde a ingredienti che sono sì naturali, ma che hanno un impatto ambientale enorme – ma ne parliamo meglio nel prossimo capitolo.

P.S. Questo è un estratto della mia Newsletter settimanale, che arriva tutti i lunedì. Se ti è piaciuto puoi iscriverti qui. Se invece vuoi tornare al mio sito puoi cliccare qui.

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