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Una notte di primavera…

Una notte di primavera…

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Il quarto anno di liceo è stato un tour de force di feste.

In classe eravamo 28 ragazze (più un solo maschietto che non si filava nessuno) e tutte compivamo i fatidici 18 quell’anno.

Ricordo:

  • Settimane con due feste
  • Feste con due festeggiate
  • Sforzi epici per avere ogni volta un vestito diverso — ancora non esistevano gli swap party, ma noi ci scambiavamo i vestiti lo stesso
  • Sforzi ancora più epici per convincere i genitori a venirci a prendere tardissimo o, meglio ancora, a lasciarci tornare a casa in modo autonomo — il che in genere implicava un ragazzo E un motorino, combinazione letale agli occhi di qualunque adulto!
  • Questa canzone di Bryan Adams (si, ballavamo i lenti!)

Ad una di queste feste ero riuscita a spuntarla coi miei sul punto 4 (ragazzo + motorino): loro mi avrebbero accompagnata e poi sarei tornata per conto mio — In motorino! Di notte! Su una stradina di campagna piena di buche e del tutto priva d’illuminazione! Ok, mia madre doveva essere pazza a farmelo fare.

Indossavo un tubino di pizzo blu elettrico, che mi lasciava le spalle completamente scoperte, fatte salve due sottilissime spalline di raso. Faceva un freddo bestiale, ma non avrei coperto il vestito con una giacca o — peggio — un “maglioncino”, nemmeno se mi avessero torturata.

E lui mi piaceva tanto.

Tra un ballo e l’altro esco dalla sala per prendere un po’ d’aria (tradotto: vediamo se mi segue. Si!! Mi segue!!) e restiamo finalmente soli.

Mi sfiora con un dito la spalla: “Hai freddo?”.

Annuisco.

Mi sfiora di nuovo nello stesso punto, una carezza vera, fatta con tutte le dita: “Che bella pelle che hai…”

E BASTA!!! Mi riaccompagna dentro, mi offre la sua giacca, si comporta da perfetto gentiluomo tutta la sera e mi riporta a casa sana e salva. Niente, nemmeno un bacetto. Ma quel “Che bella pelle che hai…” mi è rimasto dentro e da allora — ne sono passati altri 18 di anni — curo la pelle del corpo con la stessa attenzione che uso per quella del viso: uso il guanto esfoliante sotto la doccia ogni giorno e applico la crema corpo dalla punta dei piedi fino alle spalle, che devono restare lisce per sempre.

Tanti anni dopo ho scoperto l’INCI, i cosmetici ecobio, gli ingredienti da evitare, i tensioattivi troppo aggressivi… Ma alla base di tutto — delle ginocchia sempre idratate, dei gomiti lisci, delle braccia morbide come seta — c’è sempre quel complimento innocente, fatto a una ragazza in una notte di primavera.

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